Differenza tra flusso di cassa e bilancio d’esercizio
In ambito finanziario, molti sono i termini e le espressioni che spesso si tende a equivocare, come nel caso del flusso di cassa e bilancio d’esercizio. Cerchiamo quindi di capire meglio il significato di queste due espressioni e la loro importanza all’interno di una qualunque attività commerciale.
Cosa è il flusso di cassa
Il flusso di cassa, spesso chiamato con la sua accezione inglese “cash flow”, indica un valore finanziario, importante per analizzare in modo oggettivo la liquidità di un’impresa. Nello specifico, il flusso di cassa rappresenta il valore relativo alle risorse finanziarie nette registrate nell’arco di un anno. Le risorse finanziarie, ovvero la liquidità disponibile all’impresa, vengono infatti calcolate al netto delle entrate e delle uscite. In altri termini, possiamo definire che il flusso di cassa è l’esame delle entrate totali, da cui verranno sottratti le uscite totali.
Da una simile definizione, si potrebbe incappare facilmente in un equivoco rappresentato dal concetto di utile di impresa. La differenza, in effetti, giace su una sottile linea che è bene approfondire per evitare incomprensioni. L’utile di impresa si distingue dal flusso di cassa perché valuta l’intero fatturato, ovvero somma le fatture di vendita (ricavi) e di acquisto (spese). Quando si saranno ottenuti i due valori, questi dovranno essere messi a confronto per risalire all’utile, vale a dire ai soldi su cui l’impresa può contare per il proprio sostentamento e sviluppo. Talvolta, il flusso di cassa può corrispondere all’utile di impresa, ma bisogna purtroppo rammentare che al giorno d’oggi i vari imprenditori vanno incontro ai propri clienti concedendo anche delle dilazioni nei pagamenti che non rendono il flusso di cassa equivalente all’utile di impresa.
Cosa è il bilancio di esercizio
Insieme al flusso di cassa, ogni impresa è tenuta a prendere in considerazione anche il bilancio di esercizio, un documento redatto periodicamente che serve ad appurare la situazione economica e patrimoniale dell’impresa, stabilendo il risultato dell’esercizio commerciale. Il bilancio di esercizio deve essere compilato dagli amministratori dell’azienda per poter calcolare la tassazione, ma soprattutto, per esaminare l’andamento dell’impresa stessa.
Il bilancio di esercizio è un documento disciplinato dagli articoli 2423 e seguenti del codice civile che recitano quanto segue:
“Gli amministratori devono redigere il bilancio di esercizio, costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal rendiconto finanziario e dalla nota integrativa”.
Durante la stesura del bilancio di esercizio, gli amministratori sono tenuti a seguire uno schema preciso composto da quattro componenti principali, ovvero:
- Stato Patrimoniale: l’insieme del patrimonio finanziario che garantisce lo sviluppo dell’impresa e le fonti che consentono un investimento per l’acquisto di beni strumentali utili per lo svolgimento dell’attività;
- Conto Economico: documento che parla di utile (o perdita) di esercizio;
- Rendiconto Finanziario: atto che documenta in dettaglio la liquidità e la solvibilità dell’impresa;
- Nota Integrativa: documento esplicativo dei dati contenuti nello Stato Patrimoniale e nel Conto Economico.