Start Up: cosa sono e come funzionano

Pubblicato da Patrick Colombo il

Il termine start up è un neologismo ormai utilizzato universalmente in tutto il mondo dell’economia e del lavoro. Quando si parla di start up si parla di una nuova impresa che non ha ancora concluso tre esercizi. In alcuni casi può godere di agevolazioni e defiscalizzazioni proprio per il suo status di impresa in avvio di attività.

Start up: significato

Il primo che concettualizzò e, in qualche modo, formalizzò il concetto di start up fu Steve Blanck, visionario imprenditore della Silicon Valley famoso per le sue idee in campo informatico; la cui paura era quella di essere preda delle grandi multinazionali.

Per questo, ogni volta che aveva un brevetto in mano o un’attività potenzialmente vincente da avviare, chiedeva con insistenza una forma di tutela: questa arrivò con la definizione di azienda in start up, protetta e non scalabile da altri imprenditori o aziende concorrenti.

Con il passare degli anni il concetto di start up si è definito e riguarda tutti gli aspetti normativi, finanziari e fiscali: si tratta di un’azienda costretta ad investire per essere competitiva e dunque che avrà necessità di un credito che potrà arrivare da banche, finanziatori o anche da un’offerta pubblica di vendita se l’azienda volesse decidere di rastrellare investitori sul mercato azionario.

Come si può avviare una start up

Le start up concentrano gran parte della loro attenzione sulla fase di studio e di valutazione: tutto deve essere pianificato con estrema attenzione e valutato preventivamente, dal numero di persone impegnate, agli acquisti di materie prime o di consumo necessarie, dagli immobili da affittare a una stima di quelli che saranno introiti e ricavi.

Il preventivo economico delle start up è il piano programmatico delle aziende in avvio – quello che le aziende più consolidate definirebbero piano industriale – e serve a capire se il progetto è davvero conveniente e funzionale al mercato cui si rivolge.

Un altro strumento fondamentale per valutare la consistenza di una start up è la misurazione della sua redditività. Un termine di misura vecchio quanto il mondo perché esiste da quando esistono i mercati: è il saldo tra guadagni e investimenti – anche se oggi la formula è decisamente più complessa.

I termini dell’operazione sono, da una parte, il ROI, Return on Investment – la capacità dell’impresa di generare reddito con gli investimenti sostenuti – dall’altra il ROE, Return on Equity – la potenzialità dell’azienda di generare reddito per i portatori di capitale di rischio e dunque guadagni, rispetto a quanto investito.

Il ruolo delle start up è diventato fondamentale per tutte le macroeconomie: sistemi fiscali e finanziari si sono dovuti adeguare alla nascita di una miriade di imprese, a volte anche piccolissime, che avevano necessità di un mercato ma soprattutto di un ambiente favorevole. L’Italia ha provato a crearlo con un decreto legge del 2012, il primo che di fatto introduce le start up nel sistema economico del paese.


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