Finanziamento alle Start Up: 3 errori da evitare

Pubblicato da Patrick Colombo il

Avviare un’impresa in fase di start up è un processo delicato nel quale è importante evitare errori comuni, che possano mettere a rischio l’investimento.

Essere incerti sull’idea di base, chiedere ad esterni pareri, o non avere un business plan adeguato sono tre errori ricorrenti e che denotano imperizia imprenditoriale.

Incertezza dell’idea innovativa.

Le nuove imprese si trovano spesso a dover affrontare le sfide che il mercato mette loro davanti. Ogni anno in Italia, oltre 500 mila nuove attività vedono la luce. Oggi le chiamiamo Start up. Prendendo in prestito il termine da oltre oceano.

Chiariamo subito che l’idea non va confusa con il lampo di genio. Le idee devono essere coltivate: crescere ed evolvere.

La caratteristica principale, che deve avere l’idea alla base del progetto, è l’innovazione. L’innovazione è intrinsecamente legata all’impresa e al sistema economico, e si sostanzia nell’introduzione nel mercato di un prodotto nuovo, o nell’introduzione di nuovi processi, siano essi tecniche, o organizzazioni del lavoro che abbattono i costi di produzione o aprono nuovi mercati.

L’innovazione deve essere introdotta nel ciclo economico ed essere capace di modificarne lo scenario e generare valore per l’impresa e i suoi clienti. L’innovazione può dunque riguardare sia il prodotto che il processo. Un’invenzione, per quanto stupefacente, non è innovazione se non trova una dimensione applicativa che garantisce un progresso sociale. Se la creatività è avere delle idee, l’innovazione ne è l’applicazione.

Chiedere pareri esterni

Partendo dal presupposto che: avere un’idea è comunque e sempre il risultato della metabolizzazione di un lavoro che sta alla base; non ha alcun senso chiedere pareri improvvisati. Essere esperto del “fare impresa” richiede competenze non settoriali (di marketing, finanza, vendita, organizzazione aziendale, produzione, comunicazione e via discorrendo) ma soprattutto esperienza organica del fare impresa.

Questo vuol dire, non solo aver studiato in Università, diritto, economia, finanza, ma anche aver messo in pratica conoscenze teoriche in decenni di casi pratici.

Non avere un business plan

Il business plan per start up è lo strumento che viene utilizzato per valutare la fattibilità dell’idea di business. Il business plan serve per verificare 3 aspetti:

  1. Esiste un mercato che desidera il prodotto/servizio offerto? Se sì, è disposto a pagare un prezzo di vendita per averlo?
  2. I ricavi generati dall’attività sono tali da coprire i costi e ad avere soldi nel cassetto?
  3. Ci sono i soldi per sostenere la copertura finanziaria per l’investimento iniziale?

Se le risposte a queste 3 domande sono sì: allora è plausibile avviare l’attività; nel caso contrario, se le risposte alle domande sono no allora meglio “lasciar perdere” perché le possibilità di avviare la start up sono pessime.


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